Continuano le nostre interviste per comprendere meglio come i nostri volontari hanno vissuto e vivono il dedicare tempo all’associazione e ai nostri ragazzi anche durante la pandemia.
Oggi è’ la volta di Roberto, morenghese e volontario da qualche anno, che ultimamente ha tenuto alcune lezioni on line di ginnastica.
- Ciao caro Roberto! Grazie della tua disponibilità! Ti chiediamo inizialmente di farci una breve presentazione di te: quanti anni hai, dove vivi, che cosa fai di bello nella vita
Mi chiamo Roberto e ho 45 anni. Sono sposato con Silvia da 3 anni e sono papà di Federico che compie un anno fra poco. Vivo a Morengo da sempre e sono un impiegato dipendente in una ditta che progetta trattori. Ho conseguito il diploma di perito meccanico e disegno parti meccaniche al computer. Sono uno sportivo, mi piace e pratico il calcio. Un’altra mia passione è il cinema.
- Da quanto tempo hai incrociato l’associazione “Ci sono anch’io”? Quali sono state le motivazioni che ti hanno incoraggiato, in quel periodo, a esserne volontario?
Conosco l’associazione “Ci sono anch’io” da quando ero giovane, sui 20 anni: mi piaceva far attività fisica con Stefany attraverso esercizi, camminate e corse. In quel periodo sentivo il desiderio di sperimentarmi in qualcosa di nuovo che mi potesse far sentire utile e che mi desse la possibilità di arricchirmi come persona. Volevo mettermi in gioco per crescere come uomo, intrecciando vite ed esperienze con fragilità più o meno gravi. Questa collaborazione è durata per un pò, poi con il passare del tempo mi sono purtroppo allontanato.
- Ora sei parte attiva dell’associazione, quindi c’è stato un riavvicinamento. Come hai collaborato con i ragazzi e i volontari? A quali attività ricreative e sul territorio partecipi?
Nel 2017 mi sono sposato con Silvia e con lei ci è piaciuto coinvolgere l’associazione nella realizzazione delle bomboniere. Ci piaceva l’idea di condividere con i ragazzi la nostra gioia. E’ stato stato anche un modo concreto per Silvia di conoscere una realtà presente sul territorio di Morengo e di facilitare un suo inserimento in un paese nuovo. Da allora siamo presenti in maniera regolare e attiva. Per me è stato come riassaporare e rivivere le vecchie emozioni mai dimenticate.
In questi 3 anni ho partecipato come volontario ai laboratori di ginnastica che si sono tenuti a volte nella palestra della scuola e a volte al centro civico di Morengo, per circa un’oretta. Abbiamo avuto la fortuna di essere guidati da esperti che ci hanno permesso di migliorare la nostra conoscenza del corpo e la nostra reattività, di sviluppare un maggior equilibrio, di essere più padroni e consapevoli dei nostri movimenti. Formazione ed esperienza ci hanno dato la possibilità di crescere nella nostra parte motoria migliorando la nostra vita quotidiana.
Negli anni ho anche vissuto alcune indimenticabili uscite come quelle al bowling o in pizzeria. Speciali sono state le cene in oratorio, preparate dai nostri ragazzi con il laboratorio di cucina. Ho avuto la fortuna di condividere con alcuni un weekend al mare. Ho prestato servizio all’oratorio ai tavoli con i ragazzi alla festa del paese. Non da ultimo ho collaborato ad eventi di presentazione dell’associazione condividendo con il pubblico presente la mia esperienza.
- Durante questo periodo di pandemia ti sei reso disponibile a tenere il laboratorio online di ginnastica, seppur per poche lezioni, prima della pausa estiva. Come ti sei sentito da semplice volontario e non da professionista?
Sì, durante il periodo di pandemia mi è stato chiesto di tenere il laboratorio online di attività fisica per poche lezioni. Era necessario terminare l’anno prima della pausa estiva. Devo dire che essendo stata una richiesta inaspettata mi ha fatto paura: come potevo io semplice volontario “sostituire” chi invece era formato e preparato in questo campo? Mi sono sentito carico di responsabilità verso i ragazzi. “E se poi sbaglio gli esercizi, posso danneggiare i ragazzi?”: era questa la domanda che mi ponevo in continuazione. Da una parte sapevo che i ragazzi adorano fare il laboratorio dall’altra ero anche consapevole che dovevo offrire loro un incontro di una certa qualità. Sono stato combattuto per qualche giorno e poi ho deciso di affidarmi e di mettermi in gioco. Non potevo abbandonare i ragazzi!! In questa nuova avventura non mi sono mai sentito solo: l’aiuto e il sostegno di Gianni con la sua famiglia e di mia moglie e mi hanno caricato e fatto da stimolo. A poco a poco, lezione dopo lezione sono riuscito a prendere confidenza e fiducia nei miei mezzi…che paura e che emozione la prima lezione! L’allegria e i sorrisi dei ragazzi mi hanno rincuorato e dato speranza, per me è stato davvero bello vederli comunque sereni e partecipi. Se sono riuscito a terminare le lezioni è solo grazie a loro!!
- Ultima domanda ma non per importanza: cosa ti spinge a continuare a far parte attiva dell’associazione e a condividere l’invito di Claudia: “Che cosa aspetti, noi ti aspettiamo?”
Fare il volontario mi soddisfa, mi appaga, mi riempie! Mi da la possibilità di interpellarmi su che tipo di persona sono o voglio essere. Pensare che sia una relazione univoca è completamente sbagliato : per molto tempo mi vedevo come una persona che investe tempo, energie e impegno con questi ragazzi ma non è così, non solo. Esiste invece uno scambio nella relazione che arricchisce e completa entrambi le parti. La loro spensieratezza, la loro serenità, la loro spontaneità e la loro ingenuità mi fanno tornare un pò bambino a quando si vedeva il mondo senza malignità e pregiudizi. Quello che voglio dire è che questi ragazzi diversamente abili sono veri e incontaminati e queste qualità le assorbi quando li vivi. Scelgo di essere parte attiva nell’associazione semplicemente per essere un pò come loro che hanno ancora la capacità di “godere del momento”, di vivere appieno ogni singola emozione, di saper gioire per le piccole cose!!
Grazie ragazzi!!