Continuiamo ad approfittare di questo spazio telematico per comprendere meglio come i nostri volontari hanno vissuto il dedicare tempo all’associazione e ai nostri ragazzi.
Oggi i nostri intervistati sono due persone speciali: Lucy Uberti e Gianni Paloschi. Sono moglie e marito e sono stati tra i primi volontari dell’associazione. Energici insegnanti di ballo, hanno per anni guidato il corso di ballo da sala.
- Buona sera cari Lucy e Gianni! Grazie della vostra disponibilità! Vi chiediamo inizialmente di farci una breve presentazione di voi: quanti anni avete, dove vivete, che cosa fate di bello nella vita.
Buonasera, siamo Lucy e Gianni, sposati da 45 anni. Viviamo a Treviglio dove per circa vent’anni abbiamo insegnato ballo a tantissimi nostri amici. Abbiamo coltivato insieme questa grande passione, dapprima come amatori. Di comune accordo nel 1996 abbiamo conseguito il primo diploma in ballo liscio e da sala. La passione per il ballo, è cresciuta di giorno in giorno, ed ecco che in poco tempo sono arrivati il diploma di tango argentino e quello dei balli caraibici.
- Come avete incrociato l’associazione “Ci sono anch’io” e cosa vi ha incoraggiato e motivato a farne parte?
Elisabet, la presidente dell’associazione, con suo marito Gianni si erano iscritti al nostro corso di ballo, ovviamente con loro c’era sempre Stefany. Anche lei si divertiva ballando o con me o con mio marito Gianni o con il papà. Naturalmente i genitori ne erano compiaciuti. Abbiamo accettato davvero con molto entusiasmo la richiesta di Elisabet di andare a Morengo e condividere l’attività fisica del ballo e le nostre conoscenze con i ragazzi dell’ associazione.
- Avete condotto per anni il corso di ballo da sala. Avete messo a disposizione una vostra passione al servizio dei nostri ragazzi e volontari. Da una vostra dichiarazione: “Abbiamo iniziato per caso e ora non possiamo più farne a meno. Sono persone che hanno avuto poco ma riescono a dare tanto; il nostro obbiettivo non è insegnare ma renderli felici ballando, ognuno a proprio modo”. Sono stati anche per voi anni speciali, vero?
Quando parlavamo di loro, con amici e conoscenti li chiamavamo i nostri ragazzi speciali, e tuttora lo sono. Settimana dopo settimana abbiamo imparato ad amarli con tutto il cuore, proprio perchè erano davvero speciali, ognuno a modo loro sapeva darci la volontà di continuare. Le parole pronunciate tanti anni fa, nei loro confronti, sono sempre vere.
E’ stata la nostra prima esperienza con ragazzi bisognosi di tanta attenzione. E’ stato un periodo bellissimo, ci siamo divertiti molto anche noi.
- E’ da tempo che non siete più parte attiva dell’associazione ma è sempre bello ricordarvi! Credete che l’esperienza fatta con l’associazione abbia dato frutti anche a distanza, nel vostro modo di essere e relazionarvi con gli altri?
I ragazzi diversamente abili ci hanno insegnato che basta poco nella vita per raggiungere la vera felicità. La loro ingenuità e la loro spensieratezza ci hanno fatto crescere.
Arrivati alla pensione, ci siamo iscritti all’associazione dei volontari all’ospedale di Treviglio, dove tuttora due volte la settimana facciamo volontariato. Grazie all’esperienza vissuta con i nostri ragazzi speciali, abbiamo deciso di dedicare un pò del nostro tempo a chi ne ha veramente bisogno.
Ora parlo per me stessa, perchè ogni persona è proprietaria dei propri sentimenti: non c’è giorno della mia vita che non pensi alla grande famiglia che è cresciuta con l’aiuto di tutti i volontari e con la determinazione di Elisabet.