Iniziamo il nuovo anno con un’intervista al professor Sabadini , lo chef che segue i nostri ragazzi diversamente abili nel laboratorio di cucina presso l’ABF di Treviglio
Buongiorno professor Sabadini, è da tempo che collabora con la nostra associazione, cosa l’ha spinta ad iniziare e poi continuare questo percorso?
Buongiorno mi chiamo Pierfrancesco Sabadini e lavoro come Docente di Cucina in ABF Treviglio. Da circa due anni abbiamo intrapreso questo percorso tra ABF Treviglio e l’associazione “Ci sono anch’io” per un corso che spazia dalla cucina alla sala dedicato alla manualità e alle materie prime. Prima di quest’esperienza nel mio percorso formativo e professionale ho avuto numerose occasioni di incontro con il sociale. Ho avuto il piacere, infatti, di stare in cucina con bambini, anziani e diversamente abili o anche di insegnare a cucinare ai detenuti e agli immigrati. Porto con me ottimi ricordi di queste esperienze che in prima persona posso dire siano un “win-win” e grazie ad ABF Treviglio ho modo di continuare queste esperienze.
Sono assolutamente d’accordo con lei, nell’ambito del sociale gli sforzi che si compiono sono ripagati dalla grande ricchezza delle relazioni umani che si stabiliscono. Entrando nello specifico del suo laboratorio ha osservato dei miglioramenti nelle competenze, culinarie e non, dei ragazzi? Quali sono gli aspetti su cui ha lavorato di più?
Prima di poter avere a che fare con un professionista si ha a che fare con una persona, questo è il mio primo pensiero; veder crescere e il migliorarsi dei ragazzi a prescindere da ciò che il futuro si prospetti per loro è fondamentale. Per quanto riguarda l’aspetto culinario ho visto grandi miglioramenti se penso al confronto con il primo incontro in cucina. C’è da dire che purtroppo questo Coronavirus non aiuta, e nonostante abbiamo attivato le lezioni online non nascondo le difficoltà. Ho riscontrato con il tempo una forte intensificazione all’attenzione dei bisogni dell’ altro all’interno del gruppo, un particolare di certo non banale.
Che impressione ha avuto sulla reazione dei ragazzi a dover passare da lezioni in laboratorio di presenza a lezioni on line causa emergenza Covid 19?
Purtroppo il passaggio del corso dalla presenza all’ online come in altri ambienti ha subito una forte perdita perché la cucina è condivisione, è partecipazione. Nonostante ciò la ristrutturazione online ci ha permesso di includere anche le famiglie dei ragazzi all’interno di questo percorso coinvolgendo direttamente i genitori nella preparazione dei piatti. Ciò ha portato sicuramente un valore aggiunto: rendere la sperimentazione dei ragazzi un momento di condivisione con le loro famiglie.
É bello sentire con quanta passione si occupa del suo lavoro e la sensibilità del suo sguardo nei confronti dei nostri ragazzi. Quale impatto crede possa avere il suo corso di cucina nella vita dei nostri ragazzi?
Questo può essere l’inizio di un percorso volto a una maggiore integrazione e valorizzazione delle categorie più marginali tutte, come altre realtà che si stanno sviluppando sul territorio con l’inserimento di ragazzi diversamente abili all’interno di laboratori produttivi con il coinvolgimento di tutta la comunità.
Il suo corso, come altri laboratori che abbiamo attivato, è volto proprio allo sviluppo di competenze che possano rendere i ragazzi sempre più autonomi e pronti a una vita “dopo di noi”. Come sa, infatti, il nostro grande sogno è che un giorno i nostri ragazzi possano vivere in una casa in modo indipendente dalla famiglia. Consiglierebbe questa esperienza ad altre famiglie?
Questa esperienza ha dimostrato che si tratta di un’attività gratificante e divertente, ha con sé diverse opportunità oltre al lato pratico e alle competenze legate dalla manipolazione degli alimenti. Il cibo infatti è un legante sociale e una culla per migliorare l’attività in team.
Grazie professor Sabadini per il suo contributo, non vediamo l’ora di ricominciare il suo laboratorio in presenza!
